mercoledì 23 ottobre 2013

Manifesti, locandine e fotobuste: dove si conservano



Continua la serie di articoli di Elisa Albano per fornire ai visitatori di Fermo Immagine e ai lettori del blog consigli e piccoli accorgimenti per conservare in maniera semplice ed efficace la propria collezione di manifesti.

DOVE SI CONSERVANO I MANIFESTI?
Cominciamo adesso a capire come salvaguardare e conservare tutti quei manifesti e quelle locandine che fortunatamente non sono andate perduti partendo dal presupposto che prevenire è meglio che curare, allo stesso modo conservare bene, o comunque in maniera accettabile, è meglio che restaurare.  Infatti, intervenire adeguatamente con metodi di ripristino, oltre che essere molto costoso e impossibile da fare autonomamente senza rischiare di peggiorare la situazione, potrà garantire ottimi risultati,  ma senza dubbio non vi restituirà il manifesto nelle condizioni estetiche originarie, ossia quelle valutate con la sigla A del catalogo Bolaffi, per intenderci.


Da studentessa di restauro ed esperta del settore posso affermare senza ombra di dubbio che conservare in maniera ideale questi materiali, solitamente di dimensioni considerevoli, sia difficile, pressoché impossibile, a meno che  non disponiate di spazio illimitato e soldi da investire in costosi materiali e sistemi studiati ad hoc. Dal momento però che ciò risulta spesso non effettuabile anche presso le istituzioni preposte alla conservazione  (archivi di biblioteche, cineteche e musei) posso dedurre che questo non sia il vostro caso.
In ambito di conservazione archivistica la parola chiave è compromesso, e proprio su questo concetto si basano le brevi nozioni che seguono:


Attenzione alla carta
La carta è un materiale organico, composto da sostanze molto apprezzate, nutrizionalmente parlando, da parecchi tipi di insetti. Questi organismi, solitamente lucifughi, infestano luoghi bui e umidi come le cantine, che non di rado rappresentano il luogo prescelto in cui far risiedere i vostri inestimabili manifesti. Inutile dire che ciò significa fornire un ottimo pasto agli inquilini scarafaggi a scapito della collezione di locandine didi film di Gino Cervi che avete completato a fatica nel corso degli anni. 
Ad aggravare questa condizione, potenzialmente pericolosa, entrano in gioco la terribile credenza in legno massello della nonna o il comò fuori moda della zia, che ereditate e nascoste in cantina, sono la collocazione ideale dove conservare con cura i manifesti.
Sbagliato! 


Il legno, materiale organico a sua volta, rappresenta la tana perfetta per termiti e tarli, che non impiegheranno troppo tempo a raggiungere il materiale cartaceo. 
La soluzione migliore sarebbe indubbiamente evitare luoghi bui, poco areati e soggetti a forti variazioni di umidità. Nel caso che la cantina, lo scantinato, il fondo, o il sottoscala rappresentino l’unica ubicazione possibile presso casa vostra, sarebbe bene collocare il materiale perlomeno in scaffalature o semplici armadi in metallo, materiale decisamente meno appetibile per qualsiasi organismo. 
Disporre le opere sugli scaffali più alti aiuterebbe a preservarle da eventuali apporti eccessivi di umidità derivanti dal terreno, o ancor peggio, da catastrofici allagamenti.

Attenzione all'umidità
Un tasso molto elevato di umidità relativa spesso determina la creazione di microclimi ideali alla proliferazione di microrganismi deteriogeni, comunemente conosciuti come muffe, che attaccano il materiale cartaceo nutrendosi delle componenti chimiche di cui è composto. Sebbene i danni siano apparentemente meno gravi, poiché meno eclatanti rispetto a quelli causati dagli insetti, questi microrganismi agendo a livello microscopico indeboliscono le fibre della carta, il più delle volte macchiandola in modo irreversibile. Dal momento che per eliminare infezioni biotiche di questo tipo è necessario sottoporre il materiale a costosissimi  trattamenti effettuabili solo in laboratori specializzati, consiglio vivamente di aprire ogni tanto il cassetto del comò, controllare gli esemplari e, nel caso di macchie sospette, isolare il manifesto potenzialmente infetto in un luogo distante dal resto della collezione. 
Una soluzione facilmente realizzabile è l’installazione di deumidificatori che, mantenendo controllata l’umidità relativa dell’ambiente, dovrebbero ostacolare la formazione di habitat biologicamente pericolosi. 


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