MIAO SI GIRA

Qui trovate il trailer della nostra mostra dedicata ai Gatti nel cinema.

MUSEO FERMO IMMAGINE

Venite a scoprire la nostra mitica raccolta di manifesti e locandine.

URBANPET

Per saperne tutto su gatti(e cani) in città.

VAMPIRI ZOMBI E LUPI MANNARI

Godetevi il video di questa spettacolare mostra.

martedì 24 settembre 2013

Nosferatu: nuova colonna sonora originale. The making of


Ecco un assaggio dello spettacolo del 28 settembre a Fermo Immagine: la nuova colonna sonora del Nosferatu per pianoforte e musica elettronica, a cura della Bottega dei Suoni di Mediumsize, sarà suonata dal vivo durante la proiezione del film.
Ingresso gratutito.
Per saperne di più leggete qui

domenica 22 settembre 2013

Regole di Sangue: corso di scrittura creativa




Scrivere una storia d’azione, un thriller che sappia catturare l’interesse dei lettori, è probabilmente il sogno segreto di chiunque ami e legga il genere. Chi ci ha provato, però, ha scoperto che non basta conoscere la sintassi e la grammatica: occorre sapere imporre forma, ordine e struttura alle proprie idee, dare vita a personaggi interessanti e tenere desta l’attenzione del lettore dalla prima all’ultima pagina.
Si tratta di capacità che possono essere guadagnate e affinate con l’esperienza. Soprattutto, possono essere imparate. Ovviamente a patto di trovare chi sia in grado di insegnarle. Per questa ragione Action &Action, il blog nato dall'unione tra la sezione dedicata all'Azione di Cartoomics e Action, la rivista digitale creata da Stefano di Marino, in collaborazione con Fermo Immagine, il Museo del manifesto cinematografico di Milano,  hanno ideato Regole di Sangue, uno specialissimo corso di scrittura creativa.

Non il solito corso di scrittura
Regole di sangue è un corso di scrittura che non promette di trasformare i suoi partecipanti in scrittori di successo (nessuno lo può fare!), ma offre loro la possibilità di imparare i trucchi e i segreti del mestiere di uno degli autori di genere più letti ed amati del panorama italiano: Stefano Di Marino, autore di decine diromanzi di successo che nel corso di vent’anni di carriera hanno esplorato tutti gli aspetti della letteratura di genere e sopratutto creatore della saga de Il professionista, la più longeva spy story made in Italy pubblicata fin dal 1995 dalla prestigiosa collana Segretissimo di Mondadori.


Durante il corso, verranno presi in considerazione e analizzati tutti gli aspetti che riguardano la scrittura di una storia di azione, dalla definizione della trama all’ambientazione, dalla creazione dei personaggi alla progettazione delle varie scene.
Seguendo un percorso chiaro e preciso, con l’ausilio del manuale di scrittura incluso nel costo d’iscrizione, i partecipanti potranno scoprire come trasformare una buona idea in un testo compiuto e diventare loro stessi gli autori delle storie che vorrebbero leggere.

REGOLE DI SANGUE
Scrivere il thriller e l’azione

COSA
Il programma del corso verrà sviluppato in 4 lezioni di 3 ore ciascuna e ogni giornata sarà dedicata all'analisi dei diversi aspetti e alle diverse fasi delle scrittura di un racconto o di un  romanzo. Per comodità gli argomenti sono stati divisi in 12 capitoli che saranno  affrontati nel corso delle 12 ore di lezione.

Introduzione
Perché scrivere?
Cosa ci spinge a passare dietro la tastiera e confrontarci con il pubblico?

Lezione 1
Il mestiere di scrivere
Le qualità necessarie. Aspirazioni e difficoltà.

Lezione 2
Cosa è il genere.
Un breve percorso nella storia della narrativa di genere o Pulp.

Lezione 3
Da dove nascono le idee?
Come sviluppare il materiale che vediamo e leggiamo tutti i giorni per  creare un proprio archivio creativo.

Lezione 4
L’Inizio
Una delle fasi principali. Come cominciare bene una storia.

Lezione 5
Lo Svolgimento
Il blocco principale della narrazione. La trama principale e i ‘sottoplot’.

Lezione 6:
La Fine
La conclusione . Come soddisfare il lettore e spingerlo ad aspettare i prossimi lavori con curiosità.

Lezione 7:
I personaggi
La spina dorsale di un romanzo. Caratteri positivi e negativi, come sfruttarli al meglio.

Lezione 8:
I dialoghi
Come far interagire  nel modo più dinamico i personaggi e trasmettere informazioni al lettore in maniera semplice.

Lezione 9:
L’ambientazione
Il palcoscenico della vostra storia: luoghi, ambienti reali e inventati. Come crearsi un archivio.

Lezione 10: L’azione
La storia si movimenta. Sparatorie, scazzottate, inseguimenti ma anche amore e colpi di scena. Il ritmo è l’azione.

Lezione 11: Format e linguaggio
Racconto o romanzo? Lungo o breve? La scelta del linguaggio più adatto per ogni storia e formato.

Lezione 12
Conclusione: Non vi resta che scrivere.

DOVE
Le lezioni si terranno presso la sede di Fermo Immagine, Museo del Manifesto cinematografico di Milano, via Gluck 45, Milano.

QUANDO
Il corso si sviluppa in 4 sabati, a partire dal 19 ottobre, dalle 10 alle 13. Alle 11.0 è previsto un coffe break.
Il calensario:
Sabato, 19 ottobre 2013 dalle 10.00 alle 13.00
Sabato, 26 ottobre 2013 dalle 10.00 alle 13.00
Sabato, 16 novembre 2013 dalle 10.00 alle 13.00
Sabato, 23 novembre 2013 dalle 10.00 alle 13.00

CHI
Il docente del corso è Stefano Di Marino.
Nato nel 1961 a Milano, dove tutt’oggi vive e lavora. Dal suo esordio in libreria (1990, Per il sangue versato, Oscar Mondadori) ha pubblicato più di sessanta tra romanzi e saggi, questi ultimi relativi a cinema, narrativa d’intrattenimento, viaggi e arti marziali.
Appassionato viaggiatore, amante della cultura orientale, degli sport da combattimento e della fotografia, ha dedicato la sua attività alla narrativa, alternandola con consulenze editoriali e traduzioni. Tra i tanti romanzi ha pubblicato Il cavaliere del vento e Quarto Reich (Piemme), Ora Zero e Sole di fuoco (Nord).
Con lo pseudonimo Stephen Gunn firma la serie di spionaggio Il Professionista pubblicata nella collana Segretissimo di Mondadori.
Tra i suoi romanzi più rappresentativi vi sono i tre volumi della serie Montecristo, basata sull’ipotesi di un colpo di stato in Italia. La trilogia è stata pubblicata nella collana Il Giallo Mondadori Presenta.
Per dbooks.it cura e segue la serie Action, per la quale ha pubblicato anche le ristampe di Appuntamento a Samaringa, Per il sangue versato, i primi due volumi della serie dedicata al personaggio di Vlad Spetrak: Vlad, il primo della lista e Vlad: il circolo Kandinsky – Prigione di ghiaccio.


Maggiori informazioni su Stefano di Marino sono reperibili qui

QUANTO
Il costo per la partecipazione è di 200 € e  la quota di iscrizione comprende anche il manuale di scrittura Regole di Sangue – Scrivere il Thriller e l’Azione edito appositamente per il corso da dbooks.


Per informazioni e iscrizioni: regoledisangue@gmail.com



IL MANUALE

“Sin da bambino ho amato raccontare storie, anche molto prima che pensassi di svolgere professionalmente questo lavoro, di vivere di ciò che scrivevo e creavo. E questo bisogno di narrare non mi ha mai abbandonato. Ho cominciato a scrivere con regolarità dai 13 anni in avanti e, da allora, non ricordo un periodo della mia vita in cui non ho scritto. Non c’è stato un solo mese in cui non ho letto almeno un libro. Non rammento un giorno in cui non ho pensato di poter inventare una storia da raccontare. Se anche per voi è così e la vostra passione vi permette di misurarvi con le difficoltà di non avere alcuna certezza di essere pubblicati e pagati, allora significa che, in varia misura, avete le qualità giuste per diventare dei narratori.”
Stefano Di Marino

sabato 21 settembre 2013

Una notte (da paura) al Museo

Da sabato 27 luglio 2013, è partito  “Una notte al museo”, il progetto ideato dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, che prevede l’apertura serale dalle 20 alle 24 dei luoghi d'eccellenza della cultura tra musei e aree archeologiche statali.
Tra i partecipanti a questa iniziativa nata per offrire ai turisti che visitano il nostro Paese un’opportunità indimenticabile, non poteva mancare Fermo Immagine, il Museo dl Manifesto cinematografico di Milano, una realtà attenta ai desideri degli amanti del cinema e dell'illustrazione.
In concomitanza con la mostra Zombi, vampiri e lupi mannari, aperta fino al 31 ottobre, e in occasione de Una notte al museo, Fermo Immagine organizza, il 28 settembre 2013, una proiezione unica del film NOSFERATU di Murnau con colonna sonora eseguita dal vivo.

La serata inizia alle 20 con una visita guidata alla mostra Vampiri, Zombi e Lupi mannari: 150 manifesti ripercorrono la storia di un genere con tante sorprese per imparare come si uccide un vampiro, come si annienta uno zombi e come si tengono alla larga i lupi mannari.
Manifesti cinematografici originali, gadget, memorabilia, edizioni rare, dischi, francobolli e tanto divertimento per un viaggio indimenticabile nel mondo delle creature della notte, per scoprire che, quando vogliono, possono anche essere sexy e far ridere! A far da guida sarà ovviamente il conte Dracula in persona.


I visitatori potranno farsi fotografare nella bara esposta in mostra (seguendo l'esempio di Alfredo Castelli) e portarsi a casa un divertente scatto “vampirizzante” grazie ad una speciale APP che trasforma il soggetto fotografato in vampiro ringhiante!



Al termine 21.00 aperitivo e quindi a seguire proiezione di NOSFERATU di Murnau con colonna sonora eseguita al piano dal vivo. Girato nel 1922 dal grande Friedrich Wilhelm Murnau, massimo esponente del cinema espressionista tedesco, Nosferatu. Eine Symphonie des Grauens (Nosferatu il vampiro) è ancora oggi considerato il film più inquietante mai girato sui vampiri. Prima trasposizione cinematografica del romanzo “Dracula” di Bram Stoker, rischiò di andare perduto a causa di un ordine del tribunale che ne disponeva la distruzione di tutte le copie a causa del mancato pagamento dei diritti d’autore alla vedova dello scrittore. Fortunatamente alcune copie erano già arrivate in America, dove i diritti d’autore erano già scaduti e così si poterono salvarsi e giungere fino a noi. Film allucinato, dove il conte vampiro (qui col nome di Orlok e non Dracula proprio per evitare i diritti d’autore) appare nel suo aspetto più mostruoso: una sorta di ratto succhiasangue, dall’aspetto rachitico e il cranio rasato, dotato di lunghi incisivi, si muove all’interno di scenografie ridotte al minimo proiettando ombre terribili e ancora oggi inquietanti. Trattandosi di un film muto, la pellicola ha avuto nel corso degli anni molte sonorizzazioni ma Fermo Immagine ha deciso di far rivivere al pubblico l’emozione originale della colonna sonora eseguita al pianoforte dal vivo, proprio come accadeva negli anni Venti. A curare la performance sarà l’accoppiata Antonio Bologna e Andrea Taroppi, che hanno perfezionato negli anni una speciale attitudine alla spazializzazione e al paesaggio sonoro. Bologna, (premio Respighi 2006, pianista RAI, autore e interprete di più di 200 lavori in Italia e all’estero), ha scritto una colonna sonora originale reinterpretando il clima sonoro del film alla luce della sua sensibilità; Taroppi (Coordinatore di C.R.E.A., specializzato in musica elettronica e anche egli autore e interprete) con l’aiuto un apparato di live-electronics, interagirà coi suoni del pianoforte in una spazializzazione fatta di echi, rimandi, elementi originali. La nuova colonna sonora sarà interpreta al pianoforte da Stefano Ligoratti, un musicista a 360 gradi e Direttore d’Orchestra.




 

28 settembre: un sabato da urlo



Sabato 28 settembre Fermo Immagine, il museo del manifesto cinematografico propone una giornata (e una notte) da paura.
Si comincia alle 18 quando Roberto Mestroni, make up artist cinematografico, già colaboratore del grande Carlo Rambaldi presso l’Accademia di Effetti Speciali di Terni e ora docente all’Accademia di Brera e del Teatro alla Scala, autore delle tre magnifiche teste di vampiro, zombi e licantropo esposte al centro della mostra “Vampiri, Zombi e Lupi mannari” in corso al Museo del Manifesto Cinematografico fino al 31 ottobre, spiega al pubblico con dimostrazioni come nascono i mostri sui set cinematografici.


Scegliendo a caso una persona tra il pubblico Mestroni creerà un licantropo in diretta usando i trucchi solitamente usati sul set: schiuma di lattice, silicone, pelo, parrucche, protesi, denti finti, orecchie a punta e tutti gli altri trucchi (è il caso dirlo) del mestiere: dal calco in gesso alla realizzazione della maschera vera e propria. Mentre truccherà il prescelto, Mestroni racconterà la sua pluriennale carriera, dall’esperienza con il maestro degli effetti speciali Carlo Rambaldi all’attuale impegno sul set de “I soliti idioti” come creatore degli incredibili cambiamenti dei due attori protagonisti.

La serata prosegue alle 20 con una visita guidata alla mostra Vampiri, Zombi e Lupi mannari: 150 manifesti ripercorrono la storia di un genere con tante sorprese per imparare come si uccide un vampiro, come si annienta uno zombi e come si tengono alla larga i lupi mannari.
Manifesti cinematografici originali, gadget, memorabilia, edizioni rare, dischi, francobolli e tanto divertimento per un viaggio indimenticabile nel mondo delle creature della notte, per scoprire che, quando vogliono, possono anche essere sexy e far ridere! A far da guida sarà ovviamente il conte Dracula in persona.


I visitatori potranno farsi fotografare nella bara esposta in mostra (seguendo l'esempio di Alfredo Castelli) e portarsi a casa un divertente scatto “vampirizzante” grazie ad una speciale APP che trasforma il soggetto fotografato in vampiro ringhiante!



Al termine 21.00 aperitivo e quindi a seguire proiezione di NOSFERATU di Murnau con colonna sonora eseguita dal vivo

lunedì 9 settembre 2013

Cani e gatti al museo


















I giornali di fine agosto hanno strillato con grande enfasi la notizia che presso la Pinacoteca di Civitanova Marche, durante la mostra dedicata all'aeropittore Tullio Crali, è stato permesso l'ingresso anche ai nostri amici pet. D'altra parte si sa i futuristi amavano le novità e sicuramente avrebbero amato questa che, fortunatamente,verrà replicata a metà settembre. Infatti, chi vuole vistare la mostra con il suo UrbanPet a quattro zampe,  potrà farlo il 15 e 16 settembre, dalle 17 alle 20.  

Tuttavia ci piace ricordare che a Milano l'apertura ai Pet non è una novità: anzi è già successo e continua a succedere. A Fermo Immagine, il museo del manifesto cinematografico di Milano, infatti, i cani e i gatti sono di casa e Picasso (prossimaente posteremo la sua foto) gironzola tranquillamente tra i reperti della mostra Vampiri, zombi e lupi mannari mentre se un cinofilo cinefilo arriva accompagnato dal suo 4 zampe entra tranquillamente e l'amico con la coda non paga.

Per saperne di più:
“Tullio Crali. Vertigini e visioni” (fino al 3 Novembre 2013)
a cura di Enrica Bruni e Stefano Papetti
Auditorium di Sant'Agostino e Pinacoteca civica Marco Moretti
Settembre, ottobre e novembre apertura al pubblico sabato e domenica dalle ore 17,00 alle ore 20,00
La domenica visite guidate gratuite su prenotazione minimo 10 persone dalle ore 17,30 alle ore 19,30
Biglietto ingresso 2euro, fino a 14 anni gratis
Informazioni: tel./fax 0733 891019, telefono mostra 0733 892650 - info@pinacotecamoretti.it

domenica 8 settembre 2013

Omaggio a PIERO TOSI



È di queste ore la notizia del conferimento dell’Oscar alla Carriera al grande costumista italiano Piero Tosi (Sesto Fiorentino, 1927), autore di autentiche opere d’arte sartoriale che hanno contribuito al successo di film come Bellissima (1951), Senso (1954), Il bell’Antonio (1960), Rocco e i Suoi Fratelli (1960), Il Gattopardo (1963), Ieri oggi e domani (1963), La caduta degli dei (1969), Medea (1969), Morte a Venezia (1971), Ludwig (1972), Malizia (1973), Il Portiere di Notte (1974),  Il malato immaginario (1979), La Traviata (1983), Il vizietto (1980) e Storia di una capinera (1993) solo per citarne alcuni. Un artista completo e raffinato le cui creazioni sono state rese uniche da un innato senso per il bello e una profonda conoscenza della storia della moda, due qualità che ha condiviso con grandi registi come Luchino Visconti, Franco Zeffirelli, Liliana Cavani, Mauro Bolognini, Luigi Comencini, Vittorio De Sica, Alberto Lattuada, Pier Paolo Pasolini, Mario Soldati, Federico Fellini e tanti altri.

In questa occasione Fermo Immagine – Museo del Manifesto Cinematografico di Milano dedica a Piero Tosi un un piccolo ma sentito omaggio: per due settimane dal 10 al 22 settembre, nella sala Hollywood, si potrà visitare a ingresso gratuito, la mostra L’uomo che vestì Il Gattopardo. In esposizione  i saranno 10 magnifiche fotobuste originali (grandi foto di scena che venivano affisse negli altri dei cinema per pubblicizzare il film) e il manifesto de Il Gattopardo, il capolavoro di Luchino Visconti che nel 1963 ha visto Tosi protagonista assoluto con i magnifici costumi realizzati dalla Sartoria Tirelli di Roma che gli fecero guadagnare una nomination all’Oscar: l’abito bianco indossato da Claudia Cardinale è passato alla Storia del Cinema imponendosi come stereotipo di eleganza e stile.


 

 Le fotobuste de Il Gattopardo saranno esposte in un cerchio al cui interno campeggia un Oscar. Sul megaschermo saranno proiettate le scene di questi capolavori in cui i costumi di Tosi sono protagonisti assoluti.














Proprio al suo fortunato e fruttuoso rapporto con Luchino Visconti è dedicata la mostra: esposte anche 8 rarissime foto di scena scattate sul set di Ludwig (1972) in cui i costumi di Tosi sono protagonisti assoluti: per il film sulla vita del folle re di Baviera (interpretato da un intenso Helmut Berger) Tosi realizzò ricostruzioni perfette delle divise dell’epoca, degli abiti indossati dal’imperatrice Sissi (Romy Schneider) e perfino la copia del sontuosissimo mantello regale usato dal sovrano per l’incoronazione realizzato con raffinati ricami in oro ed ermellino vero.
Esposti anche i manifesti di Morte a Venezia (dove Tosi vestì una superba Silvana Mangano rendendola davvero indimenticabile, simile in tutto e per tutto all’elegantissima madre di Visconti), di Senso (dove a primeggiare sono le accuratissime riproduzioni delle divise austriache oltre che agli elegantissimi abiti di Alida Valli), di Rocco e i suoi fratelli (dove la maestria del costumista brilla anche nel vestire poveri immigranti) e di La caduta degli dei (dove l’eleganza decadente della nobiltà industriale tedesca finisce per stridere con il rigore affettato delle uniformi naziste). Scelte dovute, visto che Tosi si guadagnò tre nominations all’Oscar proprio per Il Gattopardo, Ludwig e Morte a Venezia (più altre due per Il Vizietto e La Traviata).


sabato 7 settembre 2013

PIERO TOSI l’Uomo che vestì il Cinema


L’Academy of Motion Picture Arts and Science, l’associazione che ogni anno decide a chi assegnare i Premi Oscar, ha annunciato che nel 2014 la statuetta alla carriera andrà a Piero Tosi, decano della grande scuola di costumisti e scenografi italiani. Difficile riassumere una carriera tanto lunga e brillante in poche parole, ma basta ricordare le sue collaborazioni con registi come Luchino Visconti, Franco Zeffirelli, Liliana Cavani, Mauro Bolognini, Luigi Comencini, Vittorio De Sica, Alberto Lattuada, Pier Paolo Pasolini, Mario Soldati e Federico Fellini per capolavori indimenticati come Bellissima (1951), Senso (1954), Il bell’Antonio (1960), Rocco e i Suoi Fratelli (1960), Il Gattopardo (1963), Ieri oggi e domani (1963), Tre passi nel delirio (1968), La caduta degli dei (1969), Medea (1969), Morte a Venezia (1971), Ludwig (1972), Malizia (1973), Il Portiere di Notte (1974), Il malato immaginario (1979), La Traviata (1983), Il vizietto (1980) e Storia di una capinera (1993) solo per citarne alcuni.

Nato a Sesto Fiorentino nel 1927, appassionatosi al cinema fin da bambino ammirando i visi delle dive sulle copertine delle riviste, Tosi si iscrive all’Accademia di Belle Arti, dove si specializza come costumista e scenografo, e formandosi sotto la guida di Ottone Rosai.


Grazie all’amicizia di Franco Zeffirelli, assistente di Luchino Visconti, si avvicina al grande regista milanese al quale rimarrà legato per tutta la carriera diventandone costumista di fiducia. Il debutto avviene con Bellissima (1951) vestendo di semplici abiti una sempre splendida Anna Magnani. Ricorda Tosi a proposito della sua prima collaborazione con Visconti: “Mi vietò categoricamente di entrare in sartoria imponendomi di acquistare gli abiti di scena dalla gente che vedevo passare per strada! Quando dicevo alle signore che l’abito che indossavano serviva per un film con la Magnani me lo donavano per pochi soldi onoratissime. Mi ricordo la Magnani davanti allo specchio, provava il costume con le mani sulla pancia e diceva Qui mi ci vorrebbe una parannanza. Perché lei era così… parlava come se il suo fosse sempre un ragionamento interiore, a voce alta".


Per Senso (1954) crea fastosi guardaroba per la splendida Alida Valli, curando anche la riproduzione fedele di centinaia di divise austriache e piemontesi per le scene di battaglia. Se nel 1960 per Rocco e i suoi fratelli (1960) abbandona i rigori storici per vestire la famiglia Parondi con canottiere sudate e sdruciti abiti “rivoltati”, nel 1963 torna al costume d’epoca per regalare al cinema italiano il suo capolavoro, Il Gattopardo, che gli vale la nomination all’Oscar (scippatogli da Irene Sharaff e Vittorio Nino Novarese con  Cleopatra).



 Sotto la guida maniacale di Visconti fascia una splendida Claudia Cardinale nel celebre abito bianco che passerà alla storia come canone d’eleganza facendo impazzire migliaia di ragazze che vorranno un modello simile per il loro abito da sposa. Ricorda la Cardinale: “Visconti e Tosi vollero che sotto l’abito vestissi un corpetto originale dell’epoca, confezionato per una ragazza con 50 cm di giro vita. Durante le riprese del ballo soffrii le pene dell’Inferno e, anche se non osai dire nulla, quando mi levai quel busto avevo i fianchi lividi, con due ferite aperte dalle stecche di balena che avevano passato la fodera tagliandomi la pelle!”.

Dalle crinoline ottocentesche de Il Gattopardo agli elegantissimi abiti disegnati per Morte a Venezia (1971), dove Tosi trasforma Silvana Mangano in una dea dell’eleganza inizio secolo, riuscendo perfino a far commuovere Visconti che in essa, così abbigliata, rivede l’elegantissima madre. Ma va ricordato, come ebbe a dire lo stesso Tosi, che “A Silvana metti addosso una cosa qualsiasi e diventava un giglio!”.


L’altra nomination all’Oscar arriva nel 1972 per i costumi di Ludwig, lo smisurato affresco biografico che Visconti dedica alla vita del folle re di Baviera costruttore di castelli da fiaba: uno sforzo produttivo che manda in bancarotta due produttori e finisce nelle sale mutilato a causa delle pretese dei distributori e della malattia improvvisa del regista che impedì di portare a termine il montaggio. La collaborazione con l’amico Luchino termina nel 1976 con il fin troppo sontuoso L’innocente.


Diversissimo il lavoro con un regista lontano da Visconti come Pier Paolo Pasolini, per il quale disegna i costumi per Medea: al contrario di quanto faceva Visconti, che torturava Tosi con ogni sorta di raccomandazione e suggerimento, Pasolini lasciava il costumista libero di creare dandogli come unica direttiva quella di attenersi alla tradizione popolare dimenticando ogni accademismo. Saranno le assicurazioni della grande amica Maria Callas a convincere Tosi a non abbandonare il set!
Con Federico Fellini Tosi matura una grande amicizia personale che, tuttavia, non si traduce in sodalizio artistico: dopo aver curato le scenografie per Tre passi nel delirio (1968), viene chiamato da Fellini per realizzare i costumi del Casanova ma, dopo qualche incomprensione, i due preferirono rinunciare al progetto di lavorare insieme.
Ma guai a considerare Tosi un costumista oleografico, legato all’eccesso e al fasto perseguito a tutti i costi, come ben dimostra l’idea geniale di far indossare a Charlotte Rampling solo due bretelle sul seno nudo in Portiere di Notte di Liliana Cavani (1974).



Insomma, è davvero difficile parlare dell’Arte di un Genio come Piero Tosi, che riusciva a rendere vivo un attore facendogli indossare una canottiera sudata o un frak. Ha vestito il Cinema (sì quello con la C maiuscola) con il gusto di chi ha la dote naturale di tendere al bello assoluto. E ora il cinema (sì quello con la c minuscola) lo ringrazia. Con un po’ di ritardo.

Enrico Ercole




lunedì 2 settembre 2013

A tutto Benigni



Roberto Benigni è, forse, tra gli attori italiani, uno dei più conosciuti all'estero. Vuoi perchè è l'unico interprete maschile italiano - e il primo non anglofono in assoluto - a ricevere l'Oscar come miglior attore protagonista, recitando nel ruolo da protagonista in un film, La vita è bella, in lingua straniera. Il primo oscar italiano come miglio attore dopo quello vinto da Sophia Loren nel 1962. Anno in cui, quasi fosse una premonizione, Benigni veniva al mondo.
Monologhista dalla presenza scenica unica, le sue entrate sul palco, con la sua lunga falcata alla Pippo Baudo, accompagnate da marcette suonate da bande musicali caratteristiche del circo hanno cambiato profondamente il volto della televisione e del cinema italiano e sono diventate il suo segno di riconoscimento sinonimo di una comicità ironica e dissacrante.
Begnini tuttavia non è solo un attore ma è uno sceneggiatore e un regista capace di raccontare storie che anche se “tipicamente” italiane possono fare il giro del mondo.
Noto al grande pubblico per le sue apparizione televisive e per le sue “benignate” durante le prime serate condotte da Pippo Baudo e Raffaella Carrà si è sempre distinto per la sua comicità sovverviva caratterizzata da un carattere gioioso e irruente. Benigni  è uno dei massimi rappresentanti della commedia popolare italiana grazie alla ripresa di un clichè sempre valido basato sull'equivoco  e sullo scambio di identità.
Per celebrare la forza espressiva di questo attore, che ha saputo mettersi in gioco affrontando temi di grande impegno come per esempio la Divina Commedia, che ha portato nelle piazze italiane e in televisione raggiungendo ascolti inimmaginabili per un testo così impegantio e difficile,

La Gazzetta dello Sport lancia in edicola, a partire dal 21 agosto, una collana di 28 titoli che comprende oltre ai più importanti successi nelle sale cinematografiche anche le pellicole meno conosciute al grande pubblico con l’attore giovanissimo, (opere come Il Minestrone, Vita da Cioni e Pierino e il Lupo),  i suoi esordi teatrali e addirittura la trasmissione televisiva Onda Libera , storico programma di Raidue, in cui Roberto era sia protagonista sia autore.

La prima uscita è ovviamente Johnny Stecchino. Il film, uscito nel 1991 era scritto con Vincenzo Cerami, compagno di lavoro e di scrittura di benigni in molte altre pellicole. Tutta la pellicola è ricca i rimandi alle  gag classiche di Totò e dei fratelli Marx e  anche la scelta del nome del protagonista è una citazione di un classico della commedia degli equivoci: A qualcuno piace caldo di Billy Wilder con Marilyn Monroe, Tony Curtis e Jack Lemmon. Johnny Stecchino è infatti ispirato a Charlie Stecchino il gangster ucciso dagli uomini di Ghette durante la strage di San Valentino che da il via a tutta la commedia di Wilder. Da segnalare che A qualcuno Piace caldo vinse un Oscar (per la regia) e tre Golden Globe, tra cui quello per miglior commedia mentre Jack Lemmon vinse il Golden Globe come miglior attore.



Biennale 2013: L'arte della felicità. Il Cartoon adulto inaugura la settimana della critica.

 

Una particolare riflessione esistenziale sulla vita, i sogni, le aspirazioni ma anche sugli incontri casuali che cambiano una vita, sulla voglia di cambiamento di una città come Napoli dove intrighi, traffici illeciti e malavita sembrano soffocare ogni anelito di speranza.

 

Protagonista della storia è Sergio, ex-promessa musicale di talento, oggi tassista disincantato con nel cuore un dramma familiare non ancora metabolizzato.
Il suo girovagare per una Napoli sporca, a tratti disperata e inquietante, sospesa sull'orlo catastrofico di nuova eruzione del Vesuvio - metafora esistenziale di un abisso umano e sociale appena dietro l'angolo del quotidiano -  si fonde con ricordi e flashback della famiglia e del fratello scomparso fino ad una sorta di finale liberatorio che lascia nuovi spazi all'amore e alla speranza.

  

La pellicola di Alessandro Rak costruita con un solido impianto narrativo e segnata da un tratto grafico forte e originali che coinvolge per suggestioni e atmosfere ha l'unica pecca di dialoghi troppo verbosi e un doppiaggio attloriale eccessivamente caricato che tolgono levità allo svolgimento - annunciato anche dal bel manifesto di lancio - annullando parte dello slancio artistico che sta dietro la genesi della pellicola. Sicuramente una buona prova in progress per regista e animatori.



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