lunedì 2 settembre 2013

Biennale 2013: Gravity non è fantascienza

 

Al pari del recente ELYSIUM anche l'ultima fatica del regista Alfonso Cuaron, GRAVITY presentato con successo di pubblico e critica all'edizione 2013 della Biennale Cinema, ha solo l'aspetto di una pellicola fantascientifica. Laddove la pellicola firmata da Jae-Woong Kwon è di fatto un thriller movie mascherato da elementi classici della sfi-fi con Matt Damon eroe cristico che si sacrifica per riscattare la povera umanità di un desolante futuro prossimo venturo, nel caso di GRAVITY parliamo di una pellicola drammatica costruita sulla ricerca dell'estremo. Una missione shuttle mentre procede ad una riparazione del telescopio Hubble viene colpita dai resti di un satellite russo che a sua volta ha centrato un altro satellito generando una pioggia di detriti che si moltiplica ado ogni passaggio.

 

Per la dottoressa Ryan Stone (Sandra Bullock) qui al suo primo volo nello spazio e per il veterano comandante Matt Kowalsky (George Clooney) la missione si trasforma così in una drammatica quanto disperata lotta per sopravvivere raggiungendo in modo rocambolesco prima la stazione spaziale internazionale e poi quella cinese dove trovare una cosmonave per tornare a casa. La pellicola proposta in 3D offre un'interessante contraltare tra il senso dello spazio infinito e l'umanissima riflessione introspettiva della protagonista e si vale di un suggestivo ed efficace manifesto di lancio..

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